Testimonianze
storie fabrizio duranti

La storia di Sonia Grey

Ho accettato l’invito del dottor Duranti di prendere parte al suo libro per due motivi: la stima e la gratitudine che provo per lui e la speranza che altri possano dare una svolta alla propria vita, esattamente come è successo a me!

Ho incontrato la prima volta il dottor Duranti negli studi di Uno mattina il programma di RAI 1 che conducevo e in cui venne come ospite per parlare del suo circolo virtuoso del benessere. Di dottori, in tre anni di trasmissione, ne avevo conosciuti parecchi. Di lui mi colpirono subito la discrezione e la sicurezza che trasmetteva. Poi, un giorno, presi parte a una conversazione in cui Duranti parlava del suo lavoro con un altro medico che era stato ospite del programma: rimasi ulteriormente colpita dall’importanza che attribuiva al prendersi cura dei pazienti in modo totale, cercando di comprenderne i problemi clinici, quelli psicologici e metabolici, e di considerare ogni paziente un essere a sé.

Tornata a casa andai a dare un’occhiata al suo sito: mi resi conto dell’incredibile portata del suo curriculum, nonostante la giovane età. A quel punto decisi di approfondire la conoscenza di un dottore tanto «atipico». Prima di raccontarvi quale è stato il percorso che ho seguito con il sostegno del dottor Duranti, che mi ha dato tanti risultati, credo sia indispensabile raccontarvi, anche se in modo sommario, per motivi di riservatezza, i problemi che mi hanno accompagnata per un lungo periodo della mia vita.

Un’infanzia e un’adolescenza piuttosto difficili e sofferte mi hanno spinta a iniziare a lavorare giovanissima, adattandomi ai lavori più umili. Poco più che adolescente, ho cominciato a girovagare per l’Italia, in cerca di non so bene cosa. Fin da molto giovane cominciai ad avvertire i primi disagi psicologici, nello specifico a soffrire di ansia e quindi di attacchi di panico. Era un’esistenza «ovattata», nel senso che vivevo tutto in modo quasi surreale, perché convivere con l’ansia (forse molti di voi sanno di cosa parlo), è un non vivere ma un sopravvivere! Intorno ai diciotto anni gli attacchi di panico divennero veramente violenti: dovevo spesso farmi portare al Pronto Soccorso perché ero certa che stavo per morire soffocata, sentivo la gola stringersi sempre di più fino a non permettermi di respirare e di deglutire. Così cominciai a fare uso di ansiolitici, che magari attutivano un po’ il mio stato d’ansia, ma certamente aumentavano quel senso di vivere un’esistenza «ovattata ». Prendere e perdere chilogrammi era per me un’abitudine.

A peggiorare la situazione la mia tiroide prese a funzionare troppo: l’ipertiroidismo chiaramente accentuava i miei disagi! Cominciai così una cura anche per questo disturbo. Intorno ai trent’anni decisi di rivolgermi a uno psicanalista. Sono stata abbastanza fortunata: la mia analisi è durata solo quattro mesi e non anni come mi raccontano fin troppe persone! Ottenni dei miglioramenti, in quanto parlare con qualcuno delle mie faticose esperienze di vita certamente mi giovava, e poi perché grazie al training autogeno riuscivo in qualche modo a controllare il mio stato ansioso.

Ma purtroppo, dopo solo un paio d’anni, le cose precipitarono nuovamente. Un ictus colpì il padre di mio figlio Marco quando questi aveva poco più di un anno, e questo evento fece nuovamente tornare a galla la fragilità del mio stato psicologico. Una sera, era il 30 giugno del 2002, Fabrizio ebbe un’emorragia cerebrale che lo fece entrare in coma. Fu trasferito in rianimazione; secondo i medici, che peraltro furono bravissimi, era veramente improbabile che potesse farcela e qualora questo fosse successo, era assolutamente verosimile che avesse subito danni cerebrali e/o motori!

Io avevo da circa quindici giorni cominciato la mia prima, vera, conduzione televisiva: l’edizione estiva di Uno mattina, un programma che prevede la diretta giornaliera e che sarebbe andato in onda fino ai primi di settembre! Mi fu permesso di assentarmi dal lavoro solo per due giorni. Ma questo fu anche un bene, e chi ha avuto o ha la sfortuna di avere un proprio caro in quelle condizioni sa di cosa parlo: le giornate sono interminabili. I minuti sembrano ore. Non ci sono certezze ma solo timori. E il contatto con le sale di rianimazione è qualcosa di incredibilmente angosciante e che ti segna per la vita. Infine, tutto il resto che, ovviamente, non permette scusanti: le banche, i debiti, la casa. (Oggi Fabrizio è miracolosamente guarito).

Chiaramente l’enorme peso di tutto questo mi aveva, come vi dicevo, resa nuovamente fragile: ero ridiventata ansiosa ed erano tornati gli attacchi di panico. Ma ora dovevo condurre dirette televisive. Durante la gravidanza avevo anche cominciato a fare uso di spray nasali, perché avevo spesso il naso congestionato e non riuscivo a respirare bene.

Quando conobbi il dottor Duranti ero una persona che prima di iniziare la diretta televisiva prendeva ansiolitici (e per la verità non mi servivano a molto); usava notte e giorno lo spray nasale (senza di quello mi prendeva quasi il panico); e soprattutto ormai non sapeva più bene cosa volesse fare della sua vita! E devo anche ammettere che la mia figura cominciava a risultare piuttosto appesantita e non più particolarmente attraente!

Oggi, a distanza di un anno, posso dire che non sono più ansiosa; non ho più attacchi di panico; non uso più spray nasali; da un anno non prendo alcun tipo di farmaco (nemmeno un’aspirina!); ho perso 7 kg; corro 10 km al giorno (non avevo mai corso prima!); ho una tonicità fisica che non ricordo di avere avuto nemmeno a quindici anni; una vivacità mentale e una energia mai provate prima; conduco con successo un’importante trasmissione di medicina su RAI 1; sono una donna serena e pienamente cosciente. Ecco, se anche solo qualcuno di voi sarà sollecitato a migliorare la propria esistenza, sarà valsa la pena aver raccontato qualcosa di me.

Ma è utile premettere che buoni risultati prevedono grandi impegni. Nulla che si conquisti facilmente dura a lungo. Quindi, grinta e buona volontà sono le parole chiave che ci devono guidare quando decidiamo di crescere, di migliorarci, di «imparare a vivere bene». Ed ecco il mio approccio al circolo virtuoso del benessere. Il primo importante cambiamento che ha portato grandi benefici nella mia vita è stata una corretta e attenta alimentazione. Cercare di controllare gli alimenti che si ingeriscono, pensando al loro indice glicemico, è veramente fondamentale! Diminuire il consumo di carboidrati e di alimenti contenenti grassi saturi a favore di un importante incremento di frutta e di verdura ha benefici incredibili per il nostro organismo e il nostro benessere: diminuzione del peso, riduzione della massa grassa corporea a favore di quella magra, aumento energetico, maggiore lucidità mentale, miglioramento della pelle.

Se questo primo approccio già vi pare troppo faticoso, posso assicurarvi che se avrete la buona volontà per cominciare a intraprenderlo, capirete che lo è meno di quanto pensiate. Dopo i primissimi sacrifici che farete per «resistere» alle tentazioni, imparerete ad apprezzare e a valorizzare alimenti che prima non consideravate affatto: migliorando e controllando ciò che mangiate (un buon metodo è quello che mi consigliò il dottor Duranti e che suggerisco anche a voi: quando state per mangiare qualcosa, pensate sempre se quell’alimento vi «inquinerà » oppure no) otterrete benefici talmente evidenti che mangiare bene diventerà presto una scelta e uno stile di vita e non più un sacrificio! Ottenuti i primi buoni risultati, il dottor Duranti mi convinse a iniziare a correre. «Correre?» ribattei infastidita. Ci mancava solo quello. Già facevo palestra e body building, per di più a correre mi annoiavo e mi veniva il fiatone.

Ma lui insistette, spiegandomi i benefici che ne avrei ottenuto. Mi propose di fare dapprima camminate veloci, alternate a qualche minuto di corsa, per poi camminare di nuovo. Mi raccontò di quanto fossero brave alcune sue pazienti e amiche, che con caratteristiche simili o addirittura inferiori alle mie correvano quasi ogni giorno ottenendo ottimi risultati. Mi fece anche leggere libri molto belli ma soprattutto motivanti sull’argomento, ricordandomi che la cultura è alla base del nostro benessere. Cominciai a usare il tapis roulant.

All’inizio mi sembrava di adempiere al mio dovere facendo lunghe camminate veloci, intervallate da qualche minuto di corsa. Che fatica! Ero sempre più convinta che non ce l’avrei fatta, che correre non faceva per me! Ma non mollavo. Ricordo ancora quando entusiasta chiamai il dottor Duranti per comunicargli che correvo, se pur non velocemente, un’ora di fila. La sua risposta fu: «Brava, peccato che se vai a correre al parco a quella velocità ti sorpassano anche le mamme con le carrozzine!».

Non potevo crederci. Ero finalmente in grado di fare una corsetta di un’ora dopo che mai ero riuscita a correre più di un minuto nella mia vita e avevo ancora tanta strada da fare! Il dottor Duranti mi ripeteva che era certo del fatto che, considerando le mie condizioni fisico-metaboliche, se mi fossi impegnata di più nel giro di quattro mesi sarei riuscita a correre 9,5/10 km in un’ora. Per farvela breve, così è stato. E la mia vita è cambiata. Correre mi ha migliorata molto fisicamente. Mi ha tonificata, slanciata. Correre mi aiuta a scaricare l’adrenalina e, soprattutto, a stare bene psicologicamente. E quei giorni in cui non riesco a farlo, ne sento veramente la mancanza. Ma non era finita lì: per essere sani e sereni c’era ancora qualcos’altro da fare. Disintossicazione con giornate di sola frutta, micronutrizione e meditazione! «Giornate di sola frutta? Troppo pesanti!» Certo, rispondeva il dottor Duranti. Ma quando mi spiegò quanto venga inquinato il nostro organismo dal cibo, dallo stress, dai fattori ambientali pensai che valeva la pena provarci.

Credetemi: la disintossicazione con giornate di sola frutta vi regalerà leggerezza, pelle giovane e lucente e, ancora una volta, un grande benessere psicologico. Della micronutrizione potrei anche non parlare perché è il passo più facile e gradevole del «circuito», in quanto dovrete solo avere la voglia di prepararvi: un cocktail di micronutrienti mattina e sera e... via!

Inoltre, partecipando a uno dei corsi del dottor Duranti rimasi affascinata nell’apprendere quanti incredibili benefici può dare la meditazione. Meditare ci aiuta a mettere in equilibrio i nostri due emisferi cerebrali, quello razionale e quello emotivo. Meditare abbassa il cortisolo, riducendo notevolmente la ritenzione idrica. Meditare regala un contatto vero, sincero e profondo con il nostro «dentro», con il nostro cuore. Siamo troppo assorbiti dalle vicende esterne. Troppo spesso ci lasciamo vivere, senza pensare davvero a chi siamo e a cosa vorremmo. Con l’aggravante che poi accumuliamo tutto e… ci ammaliamo!

Oggi faccio anche questo: medito. Lo so, lo sento dalle persone che mi chiedono come faccio a stare «così bene», se non è troppo faticoso! Bene, se pensate che state già fin troppo bene così come state e non vorreste ottenere nulla di più, sono d’accordo con voi. Ma se pensate che la vita è un bene prezioso, che vorreste liberarvi da angoscia, ansia, stress, attacchi di panico, se vi piacerebbe sentirvi rinascere e affrontare con nuovo entusiasmo e grinta la vita, se vi piacerebbe sperare in un futuro migliore e se vorreste fare qualcosa in più per preservarvi da quelle che sono le malattie del nostro secolo (depressione, infarti, ictus..) beh, allora è arrivato il momento di lanciarvi in una nuova sfida: non ve ne pentirete!

(Da “Il circolo virtuoso del benessere” ed. Sperling & Kupfer)